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Flora del Vulture: il Prugnolo

14 aprile 2020

Oggi ci occuperemo deI Prunus spinosa, pianta spontanea che cresce ai margini dei boschi e dei sentieri anche qui nel Vulture, preferendo zone sassose, molto rustiche e soleggiate. Viene chiamato anche Pruno selvatico o Prugnolo ed è un arbusto spinoso che appartiene alla famiglia delle Rosaceae. Si riproduce attraverso il seme o i polloni ed è una pianta che resiste bene all’inverno e può vivere fino a quarant’anni. Grazie alla facilità con cui radica, forma macchie spinose così impenetrabili da fornire protezione ad altre piante e agli uccelli, che trovano un rifugio ideale per nidificare. Io sotto questi arbusti trovo sempre la Nigella damascena una pianta erbacea con un fiore bellissimo ma anche tanto timida e sfuggente.

Il cespuglio del prugnolo può raggiungere i 5 metri di altezza. Il suo tronco ha una corteccia cenerina lucida ed i piccoli rami sono molto pungenti. Le foglie sono alterne, ovate, di colore verde scuro. I fiori, numerosissimi e bianchissimi, sono piccoli, solitari o riuniti in fascetti ed hanno un profumo intenso tale da attirare fortemente le api, compaiono in marzo o all’inizio di aprile e ricoprono completamente le branche, sbocciano prima delle foglie a fine inverno. Il frutto è una drupa sferica, nerastra con pruina azzurra, dal sapore aspro e allappante quando è acerba, acidulo-dolciastra a maturità.

I fiori, raccolti appena schiusi, contengono tannini, amigdalina, oli essenziali, gomme e resine e si utilizzano come blandi sedativi, diuretici, espettoranti, per favorire la digestione e rinfrescare l’intestino. I fiori sono commestibili e possono essere usati in insalate o altri piatti. La corteccia, raccolta in settembre, contiene abbondante tannino e viene usata per le proprietà astringenti ed antinfiammatorie delle mucose o come colorante naturale. I frutti, le prugnole, oltre ad essere ricchi in vitamina C e tannini, sono caratterizzati dal contenere la cumarina che diminuisce la fragilità vasale ed è ritenuta affine all’esculina dell’ippocastano. Il succo dei frutti maturi, tra settembre -ottobre, è impiegato ad uso esterno per gengiviti, stomatiti e faringiti e le bacche per aromatizzare il vino, i liquori, le acqueviti o per fare marmellate, confetture, salse, gelatine e sciroppi. I frutti e le foglie possono essere usati in tisana come astringenti e diuretici mentre le foglie essiccate diventano un surrogato del tabacco. Il legno, che può essere lucidato, viene usato per attrezzi agricoli, intarsi e bastoni da passeggio.

Sebastian Kneipp, noto parroco tedesco inventore del metodo Kneipp, ha definito i fiori del prugnolo selvatico “il lassativo più innocuo che non dovrebbe mancare in nessuna farmacia domestica”.

Mariantonietta TudiscoVisualizza tutti i Posts

Mariantonietta è una persona eclettica e sognatrice, ama la Natura e vivere all'aria aperta. Ha tante competenze e si è sempre ben espressa in ogni ambito lavorativo che ha richiesto lavoro di equipe. Si occupa di progettazione ambientale per il pubblico ed il privato, di agriturismo e fattorie didattiche, di consulenza alle imprese, agli enti o agli agricoltori, di formazione post diploma con enti accreditati, di animazione del territorio e proposte di itinerari. Negli ultimi anni propone il Vulture-Melfese come territorio da vivere esplorare con escursioni, hiking, corsi di escursionismo di base, corsi benessere, corsi yoga

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