Il sambuco è una pianta selvatica diffusa ovunque e di origine antichissime. Tracce di bacche di Sambuco sono state addirittura rinvenute in insediamenti del Neolitico. Nelle tradizione popolare a questa pianta venivano attribuiti poteri magici. Il flauto magico della tradizione nordica era fatto dal sambuco. Da sempre usato a fini terapeutici, nei popoli germanici veniva chiamato il farmaco degli Dei. Anche oggi se ne apprezzano le sue qualità. Parti della pianta vengono utilizzate per essere trasformate in preparazioni fitoterapiche o per scopi alimentari. La pianta presenta rami con midollo molto grosso, bianco, leggerissimo e compatto, che viene raccolto ed usato per includere e poi sezionare parti vegetali da osservare al microscopio. Inoltre questo tipo di legno viene utilizzato per costruire le palline formanti il pendolo di Canton; oppure viene impiegato per costruire giochi popolari di origine contadina come la cerbottana, un gioco povero e antico di cui oramai si sono quasi perse le tracce. Questo tipo di legno viene scelto per la sua estrema leggerezza e flessibilità anche per fare le frecce degli archi.
La specie di nostro interesse è il Sambucus nigra L., conosciuta anche come sambuco nero o sambuco. E’ una pianta a portamento arboreo o arbustivo appartenente alla famiglia botanica delle Adoxaceae o Caprifoliaceae. Il suo habitat preferito si estende dalla pianura fino ai 1.500 mt di altezza. Preferisce radure selvatiche, i margini dei boschi umidi, le scarpate e le muraglie, i margini dei vigneti. Riesce a raggiungere un’altezza max di 10 mt. Si presenta con una chioma espansa e fitta, di forma globosa. L’apparato radicale è superficiale, con un’attività pollonifera molto intensa, che contribuisce all’espansione dell’albero.
Ha un tronco eretto e molto ramificato. I rami partono dal basso e sono opposti, con andamento arcuato e ricadente. Il tronco ha una forma contorta e irregolare, con molti nodi. La corteccia è di colore grigio-brunastro con superficie rugosa e solcata da profonde fessure. Molto caratteristica è la sezione dei rami e del tronco: un midollo centrale di colore bianco, di consistenza soffice ed elastica. Per questo motivo è facile svuotarlo e utilizzare il legno per fare piccoli arnesi artigianali o pregiati strumenti musicali. La corteccia dei rami stessi presenta rade e grosse lenticelle.
Le foglie sono opposte, imparipennate, di solito con 5 foglioline ovato-lanceolate ed appuntite, seghettate ai margini, sono decidue. Il loro colore è verde-brillante e se sfregate tra loro emanano un odore molto sgradevole.
I fiori sono la parte del sambuco più appariscente e facilmente riconoscibile. Molto piccoli, di color bianco panna si trovano riuniti in infiorescenze a forma di ombrello e possono raggiungere il diametro del palmo di una mano. Le infiorescenze sono peduncolate e i fiori sono reclinati. Sono dotati di un calice corto e campanulato, di una corolla arrotondata composta da 5 petali. La fioritura avviene dalla tarda primavera e dura fino al mese di luglio. I fiori di sambuco sono molto profumati e con il loro odore fanno notare la presenza della pianta anche da una certa distanza. Sono molto usati in ambito fitoterapico, erboristico e per preparare lo sciroppo di sambuco. Sfruttando la fermentazione dei funghi Saccharomyces presenti naturalmente sui suoi fiori, si può realizzare il cosiddetto spumante di sambuco o spumante dei poveri. I fiori sono ottimi anche fritti in pastella e serviti con un po’ di miele.
I frutti del sambuco sono delle piccolissime bacche globose. Dapprima la loro colorazione è verde, poi scura fino a diventare nerastra. A piena maturazione sono lucide e al loro interno contengono dai 2 ai 5 semi ovali. Le drupe si trovano raggruppate in infruttescenze poste su peduncoli rossastri, arrivano a piena maturità a ottobre inoltrato, contengono un succo di colore viola-porporino scuro che viene impiegato per colorare vini e come esca per la pesca dei cavedani. E’ molto importante coglierli quando sono pienamente maturi, da acerbi contengono maggiori concentrazioni del glicoside sambunigrina, tossico se assunto ad elevate quantità. Con i procedimenti di cottura ed estrazione si eliminano le sostanze tossiche. Per questo le bacche di sambuco vengono utilizzate previa cottura, raramente crude. Queste bacche sono anche un importante alimento per molte specie di uccelli.
In generale la pianta ha proprietà emollienti, sudorifere, diaforetiche, lassative e diuretiche. Viene da sempre impiegata nelle malattie da raffreddamento, per la febbre e nelle nevralgie.
I frutti maturi crudi sono fortemente lassativi e contengono elevate quantità di vitamina A e C. Il forte potere lassativo induce a utilizzare le bacche previa cottura per realizzare il succo o lo sciroppo di sambuco. In queste preparazioni infatti, si attenua l’effetto lassativo. Gli estratti dei frutti (succo e sciroppo) vengono da sempre impiegati nella cura dei crampi all stomaco. Le bacche vengono tuttora usate per preparare una nota bevanda alcolica, la sambuca. In cucina le bacche mature possono trasformarsi in gustose marmellate. Il succo delle bacche di sambuco, anticamente, veniva utilizzato come tintura naturale, per il cuoio e le fibre naturali o per produrre inchiostro.
I fiori vengono adoperati sia per uso interno che esterno. Con questi viene preparato uno sciroppo per attenuare la febbre, la bronchite, gli stati di costipazione. Per uso esterno i fiori hanno proprietà astringenti e un’azione lenitiva sulla pelle. Le lozioni con gli estratti di fiori di sambuco vengono usate per normalizzare la secrezione sebacea della pelle (foruncoli, scottature, emorroidi).
Si può assumere quindi come vero e proprio integratore naturale. È inoltre una buona fonte di flavonoidi, sostanze antiossidanti. Questa pianta è utile a rafforzare le difese immunitarie sia in fase preventiva che ai primi sintomi di raffreddore ed influenza, contribuisce a sfiammare le vie respiratorie aiutando anche a fluidificare ed espellere il muco in eccesso, è considerato un buon antinfluenzale naturale grazie soprattutto alle sue proprietà diaforetiche. Si tratta inoltre di un rimedio diuretico, digestivo e lassativo, richiama infatti acqua nell’intestino facilitandone la regolarità. Vanta inoltre doti antinfiammatorie e antireumatiche, aiuta tra l’altro ad eliminare l’acido urico in eccesso nel corpo. Il sambuco migliora inoltre la circolazione sanguigna e contribuisce ad eliminare alcuni tipi di dolori in particolare quelli associati al mal di testa o localizzati sulla schiena.
Si può considerare dunque una sorta di antibiotico naturale in grado di bloccare la crescita dei batteri fino al 70%. In particolare la sua azione si è evidenziata nei confronti dello Streptococcus pyogenes e della Catarrhalis Branhamella, responsabili di diverse infezioni alle vie respiratorie.
In erboristeria il sambuco è disponibile anche sotto forma di tintura madre, estratto liquido, succo e infine foglie, fiori e frutti secchi con i quali realizzare tisane ed infusi.
Come qualsiasi rimedio naturale, anche il sambuco può avere delle controindicazioni ed effetti collaterali. Un’assunzione a dosi eccessive di questa pianta può ad esempio causare nausea, vomito e dolori addominali. Se lo raccogliete, attenzione a non utilizzare i frutti acerbi che possono essere tossici. Se si raccolgono i frutti e i fiori, tra l’altro, bisogna conoscere bene la pianta per evitare la spiacevole eventualità di scambiare il Sambuco nero (Sambucus nigra) con una variante velenosa, il Sambucus ebulus che ha un andamento erbaceo e non arbustivo. Se non siete esperti evitate la raccolta e il fai da te.
Tutte le parti della pianta sono tossiche per la presenza di cianuro e vari alcaloidi. Fanno eccezione i fiori e le bacche mature, ma non i semi al loro interno. Nella preparazione di confetture la cottura o la macerazione delle bacche sono sufficienti a far sì che i composti cianogenetici si volatilizzino completamente. Nel caso di un’ingestione accidentale i sintomi dell’intossicazione sono gli stessi dati dall’ingestione delle mandorle amare che egualmente contengono composti cianogenetici.