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Flora del Vulture: la Bardana

10 maggio 2020

La Bardana (Arctium lappa L.) è una pianta erbacea, eretta e biennale, appartenente alla famiglia delle Asteraceae. Il nome Arctium fu introdotto nella sistematica da Linneo e probabilmente fa riferimento alla villosità e all’aspetto ispido della pianta mentre un’altra etimologia (lappa) lo fa derivare dal greco labein riferendosi al fatto che il frutto si attacca ai vestiti e ai peli degli animali. La pianta risulta conosciuta fin dall’antichità. Si hanno notizie di antica data della sua coltivazione come ortaggio e pianta medicinale. Si tratta di una pianta a ciclo biennale, mentre la riproduzione avviene tramite gemme poste a livello del terreno. Viene considerata infestante, diffusa dalla pianura alla montagna, nei terreni incolti, vicino ai vecchi muri e nei sentieri, la troviamo sia in campagna che in montagna ma anche a Monticchio.

La radice è grossa e fittonante. Il fusto è eretto, pubescente, ramificato e spesso arrossato. Le foglie basali sono picciolate a lamina ovata o cuoriforme. Sono inoltre glabre nella parte superiore e biancastre e ragnatelose inferiormente, in genere sono ruvide al tatto. Le foglie cauline sono a disposizione alterna, sessili e a forma lanceolata. Il bordo delle foglie è grossolanamente dentato e ondulato. L’infiorescenza è costituita da diversi capolini sferici riuniti in corimbi che si formano solamente sui rami superiori. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sorregge un involucro composto da diverse brattee verdi e sub-glabre disposte su più serie che fanno da protezione al ricettacolo più o meno piano sul quale si inseriscono i fiori tubulosi. I fiori sono tutti del tipo tubuloso, ermafroditi, i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame, la corolla ha una forma cilindrica di colore violaceo e la fioritura avviene da luglio a settembre. Le squame sono uncinate e formano un riccio di aculei. Il frutto è un achenio e il pappo presenta delle brevi setole. L’impollinazione entomogama avviene tramite farfalle diurne e notturne. I semi cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche o anche attraverso animali perchè gli uncini delle brattee dell’involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta. Il suo habitat naturale è rappresentato dai prati incolti ma anche dalle aree antropizzate (lungo le siepi) e dai boschi. La specie è nitrofila. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH neutro, il terreno che deve essere mediamente umido.

Da sempre conosciuta come la pianta dermopatica per eccellenza, a livello terapeutico la bardana s’impiega per la cura delle dermatosi di vario genere, legate a disordini biologici e metabolici. La bardana è particolarmente valida nel trattamento di acne, dermatite, eczema, seborrea, forfora e psoriasi, grazie alla presenza di composti polinsaturi, acidi fenolici dotati di proprietà antibiotica, antibatterica e antiflogistica.

In fitoterapia è inoltre usata per la sua attività depurativa, ipoglicemizzante, ipocolesterolemizzante, lassativa e antireumatica. La radice di questa pianta contiene lignani, vitamine del complesso B, amminoacidi, oligoelementi, sostanze amare, tannini e resine; ma soprattutto è costituita da inulina, che svolge un’azione drenante e purificante del sangue favorendo l’eliminazione delle tossine.

Il suo impiego è di aiuto e di sostegno in questa importante attività esercitata dal fegato, reni, intestino e pelle, considerati gli emuntori naturali. Il risultato di un buon drenaggio consiste in un potenziamento dell’attività epatica e biliare, della diuresi, del transito intestinale e della regolazione della secrezione sebacea. L’uso terapeutico è quindi consigliato nel trattamento di diabete e iperglicemia, nel qual caso va assunta sotto stretto controllo medico, per la conseguente interazione con gli ipoglicemizzanti di sintesi, per combattere colesterolo, iperuricemia che causa i reumatismi e gotta.

La pianta è conosciuta fin dall’antichità come ortaggio (si usano prevalentemente le radici e le foglie) e pianta medicinale. Nell’antica medicina popolare era antidoto contro i morsi dei serpenti velenosi e dei cane affetti da rabbia; ciò indica quanto valore si attribuisse alla capacità della bardana di “penetrare” in profondità e di “attaccare” con i fiori uncinati.

Mariantonietta TudiscoVisualizza tutti i Posts

Mariantonietta è una persona eclettica e sognatrice, ama la Natura e vivere all'aria aperta. Ha tante competenze e si è sempre ben espressa in ogni ambito lavorativo che ha richiesto lavoro di equipe. Si occupa di progettazione ambientale per il pubblico ed il privato, di agriturismo e fattorie didattiche, di consulenza alle imprese, agli enti o agli agricoltori, di formazione post diploma con enti accreditati, di animazione del territorio e proposte di itinerari. Negli ultimi anni propone il Vulture-Melfese come territorio da vivere esplorare con escursioni, hiking, corsi di escursionismo di base, corsi benessere, corsi yoga

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