Home » Flora del Vulture » Flora del Vulture: la Quercia

Flora del Vulture: la Quercia

10 maggio 2020

La Quercia è un albero secolare e dall’aspetto maestoso, rinomata per il suo legno ma anche per alcune proprietà terapeutiche della sua corteccia. Il suo nome scientifico è Quercus, appartiene alla famiglia delle Fagacee, può essere sempreverde o a foglia caduca e può raggiungere anche i 30 metri di altezza oltre che diventare di grandi dimensioni e molto longevo (500 anni di età). È celebre la quercia sotto cui Torquato Tasso si riposava e leggeva durante il suo soggiorno a Roma. Giovanni Pascoli scrisse il poemetto “La quercia caduta”, dove la morte della quercia è pretesto per un’allegoria dell’egoismo umano. Il ramo di quercia era per i romani simbolo di virtù, forza, coraggio, dignità e perseveranza e come il ramo d’ulivo è simbolo della pace (entrambi compaiono nell’emblema della Repubblica Italiana). La quercia è anche il simbolo del re degli dei, Zeus.

Da noi esistono varie fasce altimetriche in cui è presente (il bosco Frasca a Melfi, nella zona della Fiumara di Atella, è presente a Monticchio laghi nella zona del lago grande, a Monticchio San Vito c’è la Riserva delle Grotticelle, c’è anche sul versante nord salendo verso la cima del Monte Vulture, la troviamo anche nel bosco di Montalbo a Venosa) e dove attualmente ci sono seminativi prima c’erano boschi di quercia tanto che è facile vedere ogni tanto ancora la loro presenza.

La chioma è tondeggiante o ovale, si adatta facilmente in diverse situazioni preferendo terreni profondi e ben drenati, resiste bene a varie condizioni climatiche. Predilige posizioni soleggiate ma si adatta anche in posizioni semi-ombreggiate. Le foglie, alterne, sono talvolta lobate, talvolta dentate e sulla stessa pianta possono avere forme differenti, per la differenza del fogliame giovanile rispetto a quello adulto. Normalmente sono verdi ma in autunno diventano gialle, rosse e arancioni per gli esemplari che perdono le foglie. Le querce sono piante monoiche, ovvero la stessa pianta porta sia i fiori maschili che quelli femminili. I fiori maschili sono riuniti in amenti di colore giallo, quelli femminili sono di colore verde. Il frutto è la ghianda che contiene il seme di quest’albero. Queste noci secche non si aprono una volta raggiunta la maturità e sono parzialmente ricoperte da una cupola che rappresenta un segno di riconoscimento dei vari tipi di querce. E’ provvista di un legno robusto e duraturo adoperato per realizzare elementi d’arredo domestico e per la produzione di accessori. La sua corteccia è di colore grigio-marrone e appare con una superficie liscia nei primi anni. Con l’avanzare del tempo compaiono sempre più fessure longitudinali. Molto spesso su queste piante non è raro trovare delle galle che sono di diversa tipologia a seconda della specie su cui piccoli insetti si creano le loro “case” per svernare.

Si possono distinguere due grandi gruppi per classificare questo tipo di alberi: il primo gruppo è caratterizzato da alberi con foglia caduca e il secondo da specie sempreverdi. Le specie del primo gruppo crescono spontaneamente in aree dove il clima è temperato e gli inverni sono più rigidi. Le loro foglie si trasformano durante i cambiamenti stagionali cambiando colore e cadendo in autunno. Tra questi tipi di querce si annoverano la farnia (Quercus robur), il rovere (Quercus petreae), la roverella (Quercus pubescens) e il cerro (Quercus cerris). Il secondo gruppo, invece, è contraddistinto da alberi con foglie persistenti che anche in inverno restano di colore verde brillante non subendo i cambiamenti stagionali come ad esempio il leccio (Quercus ilex). Un’altra distinzione possibile è tra le querce bianche e quelle rosse. Le prime si contraddistinguono per la presenza di foglie con forma arrotondata mentre le seconde mostrano foglie a punte.

Nel nostro territorio sono presenti diverse specie di cui approfondiremo le caratteristiche nei prossimi giorni:

-Quercus ilex (leccio), albero sempreverde maestoso che può raggiungere in condizioni ottimali i 20–30 m di altezza.

-Quercus pubescens (roverella), è la specie di quercia più diffusa in Italia tanto che in molte località è chiamata semplicemente quercia. Specie molto rustica preferisce comunque zone protette dal freddo. E’ un albero deciduo e spesso mantiene le foglie marroni anche d’inverno, ha una crescita molto lenta e può vivere per 200-300 anni.

-Quercus robur (farnia), grande albero deciduo, si differenzia dalla rovere soprattutto per i lunghi peduncoli delle ghiande, le foglie sessili e il portamento più irregolare.

-Quercus frainetto (farnetto), specie decidua a rapido accrescimento, ha foglie più grandi delle altre querce italiane, lobi più profondi e margini paralleli.

-Quercus cerris (cerro), specie decidua a rapida crescita molto presente a monticchio nell’area delle grotte di Crocco; è una pianta con chioma ovoidale molto decorativa; il legname non è particolarmente pregiato rispetto alle altre querce nostrane, per via della mancata presenza di tannini che ne determinano una scarsa resistenza alle avversità.

-Quercus trojana (fragno), specie semi-sempreverde e arbustiva.

I legnami più pregiati di quercia sono generalmente chiamati rovere senza distinguere tra le specie botaniche. In enologia si preferiscono per la creazione delle botti e ogni specie serve per tipi particolari di vini o cognac o brandy.

Sono piante visitate dalle api per la produzione di miele di melata.

Alla corteccia di questo albero sono attribuite anche particolari proprietà terapeutiche. La corteccia dei rami più giovani è costituita da sostanze come i tannini che svolgono un’azione astringente, antinfiammatoria e analgesica del cavo orale. Utilizzato come decotto o infuso per lavarsi, diminuisce la sudorazione. L’assunzione di preparati a base di quercia potrebbero provocare alcuni effetti collaterali. Nello specifico, si potrebbero riscontrare lievi problemi digestivi.

Mariantonietta TudiscoVisualizza tutti i Posts

Mariantonietta è una persona eclettica e sognatrice, ama la Natura e vivere all'aria aperta. Ha tante competenze e si è sempre ben espressa in ogni ambito lavorativo che ha richiesto lavoro di equipe. Si occupa di progettazione ambientale per il pubblico ed il privato, di agriturismo e fattorie didattiche, di consulenza alle imprese, agli enti o agli agricoltori, di formazione post diploma con enti accreditati, di animazione del territorio e proposte di itinerari. Negli ultimi anni propone il Vulture-Melfese come territorio da vivere esplorare con escursioni, hiking, corsi di escursionismo di base, corsi benessere, corsi yoga

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *