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Flora del Vulture: la Robinia pseudo Acacia

10 maggio 2020

La Robinia, Robinia Pseudo Acacia L., ha un aspetto elegante, le fioriture opulente e il portamento simile a quello di una acacia pertanto la si vede spesso ornare viali, aiuole e parchi dove sprigiona il suo profumo intenso e inebriante.

Nota anche come gaggia o falsa acacia, la robinia pseudoacacia è una pianta arbustiva appartenente alla famiglia delle Leguminoseae e da noi è considerata infestante per il fatto che è molto pollonifera. Il suo nome è stato dedicato da Carlo Linneo a Jean Robin, giardiniere di Enrico IV e Luigi XIII, fondatore nel 1590 dell’Orto Botanico di Parigi in cui coltivò per la prima volta questa pianta. In tempi più moderni, la robinia ha trovato un posto d’onore in tutte le città italiane per la sua resistenza allo smog e agli scarichi industriali. La pianta cresce bene lungo strade e viali e la si incontra facilmente sulle ferrovie dove viene piantata fin dall’epoca dei treni a vapore per scopi ornamentali e di consolidamento. Un tempo, le foglie di robinia erano l’alimento cardine della dieta dei conigli e di tutti i ruminanti.

Si tratta di un albero a foglia caduca con chioma variabile, aperta e globosa. Il tronco è leggermente irregolare, diritto, caratterizzato da una corteccia spessa e nodosa sopratutto nei vecchi esemplari, di colore ocra-aranciato. Il sistema radicale è espanso, forte, poco profondo e rende difficile l’instaurarsi tutto intorno di altra vegetazione. I fiori sono raggruppati in rametti penduli, di colore prevalentemente bianco e dall’intenso profumo dolciastro. Ci sono anche varietà da giardino che hanno fiori lilla o giallo-aranciato. Cresce spontaneamente fino a 1400 metri di altitudine e la si trova naturalizzata nelle boscaglie, scarpate, massicciate, sponde fluviali, rive dei fossi.

Foglie, fiori e radici di questa leguminosa trovano largo impiego anche in fitoterapia e in omeopatia per le sue spiccate proprietà emollienti e protettive nei confronti della mucosa gastrica. La Robinia contiene un alto apporto vitaminico (A, B1, B2 , B3) e minerali come calcio, fosforo, ferro, magnesio, sodio, potassio, zinco e oli essenziali. E’ ricca di fibre, carboidrati, proteine e glucosidi. Le infiorescenze aiutano a livello digestivo a contrastare l’eccessiva acidità e si rivelano utili nel trattamento di pirosi gastrica o esofagite. In erboristeria la robinia si può acquistare sotto forma di tintura madre per il trattamento di raucedine e faringiti. Nelle tisane sono protagonisti i fiori essiccati che vantano proprietà rilassanti e sedative. In passato gli estratti della corteccia di robinia venivano utilizzati come lassativo e tonico naturale. Dalle foglie si otteneva un decotto utile a stimolare il vomito e a supportare il corretto funzionamento del fegato. I fiori cotti, infine, erano considerati un valido rimedio per attenuare le infiammazioni oculari.

Dalle infiorescenze di robinia si ottiene anche un miele energizzante di colore ambrato dal sapore delicato e gentile, molto apprezzato anche dai bambini.

In cucina si utilizzano le infiorescenze della robinie raccolte tra aprile e maggio. I fiori sono deliziosi se preparati con una pastella e fritti.

Dalle foglie si otteneva un decotto utile a stimolare il vomito e a supportare il corretto funzionamento del fegato.

Mariantonietta TudiscoVisualizza tutti i Posts

Mariantonietta è una persona eclettica e sognatrice, ama la Natura e vivere all'aria aperta. Ha tante competenze e si è sempre ben espressa in ogni ambito lavorativo che ha richiesto lavoro di equipe. Si occupa di progettazione ambientale per il pubblico ed il privato, di agriturismo e fattorie didattiche, di consulenza alle imprese, agli enti o agli agricoltori, di formazione post diploma con enti accreditati, di animazione del territorio e proposte di itinerari. Negli ultimi anni propone il Vulture-Melfese come territorio da vivere esplorare con escursioni, hiking, corsi di escursionismo di base, corsi benessere, corsi yoga

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