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Flora del Vulture: il Pungitopo

4 aprile 2020

Il Pungitopo (Ruscus aculeatus L.) è un piccolo arbusto sempreverde, dioico, alto sino a 80 cm, molto comune nei boschi del Vulture. Il nome “pungitopo” deriva dall’antico uso delle foglie acuminate di questa pianta che venivano poste attorno ai formaggi o ad altre derrate alimentari per difenderli dai roditori. Il pungitopo, come l’agrifoglio, l’abete, il vischio, è considerato da tempi antichissimi un potente portafortuna. Gli antichi popoli Germanici lo utilizzavano per onorare gli spiriti dei boschi e nelle loro case avevano sempre dei rami di pungitopo. Anche per i popoli Latini erano un importante simbolo di augurio ed infatti si scambiavano rami di pungitopo durante le celebrazioni come buon auspicio. Per i Cristiani erano un simbolo di fertilità ed abbondanza. Da queste antiche tradizioni deriva l’utilizzo del pungitopo nelle feste natalizie, proprio per augurare felicità nell’anno nuovo. La pianta secca, legata ad una pertica, veniva usata in alcune regioni per ripulire i camini o le aie delle masserie.

Il Pungitopo è piccolo arbusto sempreverde appartenente alle Liliacee che preferisce la mezz’ombra e un clima mite. Possiede un rizoma sotterraneo e un fusto molto ramificato. I getti sono cilindrici, succosi, rossastri, con all’apice un gruppetto di brattee verdognole. Le foglie sono sostituite da numerosi cladodi (fusti trasformati) sessili, appiattiti, ovato lanceolati, terminanti in un mucrone pungente. I fiori sono piccoli, verdastri, isolati o a coppie, inseriti al centro dei cladodi all’ascella di una piccola brattea, fiorisce in inverno da febbraio ad aprile. Il frutto è una piccola bacca globosa di colore rosso vivo che matura nell’inverno successivo alla fioritura. Lo troviamo frequentemente nei boschi di leccio ma anche nelle faggete e nelle pinete. E’ una specie protetta pertanto non va raccolta sopratutto nelle aree parco o nelle riserve naturali.

Nella medicina popolare, per le doti diuretiche che possiede, è usato nella “composizione delle cinque radici”, che comprende pungitopo, prezzemolo, sedano, finocchio e asparago. E’ una potente pianta medicinale e i principi attivi presenti nelle piante sono: oli essenziali (canfora), resine, sali minerali (calcio e nitrato di potassio), fitosteroli, flavonoidi, zuccheri, acidi grassi ed acidi organici. Le sue proprietà sono legate principalmente ai fitosteroli che conferiscono al pungitopo proprietà diuretiche, sedative ed antinfiammatorie delle vie urinarie, ha effetti benefici nei confronti dei calcoli renali, cistiti, gotta, artrite e reumatismi non articolari. Il pungitopo è il più potente vasocostrittore naturale che si conosca, utile nella terapia delle vene varicose con un’azione esercitata soprattutto a livello dei capillari: aumentando il tono della parete venosa favorisce la circolazione del sangue che si traduce in diminuzione della pesantezza e del gonfiore delle gambe. Esplica anche un effetto benefico nei confronti delle emorroidi e delle flebiti, allevia pruriti e dolori di lieve entità, permette l’eliminazione di acidi urici in eccesso ed è un buon rimedio contro a cellulite. In erboristeria viene impiegato per la preparazione di infusi, tisane e creme fitoterapiche.

Del pungitopo si utilizza prevalentemente il rizoma, da raccogliere in autunno o all’inizio della primavera, prima dell’emissione dei turioni. Va ripulito dalla terra e quindi tagliato e fatto essiccare e conservato in sacchetti di carta o barattoli di vetro. Le bacche sono tossiche pertanto non vanno raccolte. I semi, opportunamente tostati, venivano un tempo impiegati come sostituti del caffè.

Si possono utilizzare anche i turioni del pungitopo poiché contengono gli stessi principi attivi. A primavera, da marzo a maggio, spuntano i nuovi getti che vengono assiduamente ricercati dagli intenditori per essere consumati, previa cottura, o conservati sott’olio o sott’aceto, come gli asparagi. Il sapore è simile ma più amaro e per questo vengono cotti in abbondante acqua e aceto. Sono veramente squisiti come antipasto o per accompagnare carni, uova, frittate, risotti e gamberetti. La raccolta dei turioni di pungitopo va effettuata quando sono ancora tenerissimi. Taluni li raccolgono praticamente quando sono ancora sotto terra o appena spuntati. Passata questa fase, assumono una consistenza legnosa e diventano amarissimi.

Mariantonietta TudiscoVisualizza tutti i Posts

Mariantonietta è una persona eclettica e sognatrice, ama la Natura e vivere all'aria aperta. Ha tante competenze e si è sempre ben espressa in ogni ambito lavorativo che ha richiesto lavoro di equipe. Si occupa di progettazione ambientale per il pubblico ed il privato, di agriturismo e fattorie didattiche, di consulenza alle imprese, agli enti o agli agricoltori, di formazione post diploma con enti accreditati, di animazione del territorio e proposte di itinerari. Negli ultimi anni propone il Vulture-Melfese come territorio da vivere esplorare con escursioni, hiking, corsi di escursionismo di base, corsi benessere, corsi yoga

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